La “black box” ha rappresentato per gli automobilisti una notevole riduzione del premio assicurativo per l’auto. Questo genere di dispositivo ha però diverse applicazioni, e può servire anche in quei contesti in cui è necessario un monitoraggio continuo ai fini di sicurezza e agibilità, come per le case terremotate. Proprio in questi mesi è in fase di sviluppo la “scatola nera per la casa” di Sysdev: vediamo di che cosa si tratta.

Il successo della scatola nera
La “scatola nera”, termine che prima era più che altro utilizzato nel contesto degli incidenti aerei, è ormai protagonista della nostra vita quotidiana vista la sua influenza nel settore delle assicurazioni. Già, perché il progresso tecnologico e l’avvento di Internet a basso prezzo hanno reso sempre più semplice dotare di questo dispositivo, opportunamente miniaturizzato, veicoli e, a quanto sembra, perfino le case. Ma andiamo con ordine.
La riduzione dei premi assicurativi
La scatola nera ha avuto un influsso benefico sull’assicurazione auto: la possibilità di controllare – senza temere frodi – l’effettivo comportamento alla guida degli assicurati ha da un lato contribuito a migliorare le abitudini al volante (sapendo che si è a tutti gli effetti “controllati a vista” da un apparecchio, si tende a premere un po’ meno il volante e a non cimentarsi in sorpassi azzardati); dall’altro, ha permesso una modulazione più precisa dei premi, con un abbassamento delle tariffe per gli utenti più virtuosi.
La black box è infatti in grado di ricostruire in maniera accurata la dinamica di un sinistro, riducendo a zero le possibilità di comportamenti truffaldini.
La scatola nera per la casa
La black box ora potrebbe addirittura arrivare in casa: è questa l’idea della start-up innovativa Sysdev, a Torino, nata nell’incubatore del Politecnico piemontese. Per mezzo di raffinati sensori IoT, con il dispositivo escogitato dagli esperti di Sysdev è possibile monitorare costantemente le singole parti di un immobile. Non si parla però solo di semplici edifici civili, come appartamenti o villette, ma anche strutture molto complesse come le gallerie e i ponti.
L’apparecchio verifica continuamente la resistenza della parte esaminata, rendendo fruibili dati e permettendo di capire quando un edificio è sicuro e agibile oppure no. Una possibilità che appare ancora più utile in un paese tradizionalmente instabile dal punto di vista sismico, come dimostrato purtroppo dagli ultimi terremoti che hanno distrutto Amatrice, Norcia e molti altri comuni del Centro Italia.
Il prossimo passo per Sysdev è lo sviluppo del dispositivo, con già mezzo milione di euro messo a disposizione da A.di.co.m. Group per il suo completamento. Forse già nei prossimi mesi si potrebbe sapere qualcosa di più e vedere Sysdev fare il suo esordio sul mercato.